Il valore del tempo
Costruire rapporti empatici, naturalmente, richiede del tempo, che spesso, nelle nostre ordinarie condizioni di lavoro, scarseggia, o noi stessi non siamo disposti a concedere. Uno studio eseguito in Germania intervistando 617 pazienti affette da carcinoma della mammella, ha evidenziato che la durata mediana della visita nella quale veniva comunicata la diagnosi era di 15 minuti; alla domanda su che cosa suggerissero di migliorare nell’assistenza, il 51% delle pazienti rispondeva che i medici dovrebbero dedicare più tempo a dare spiegazioni Oskay. Negli ambulatori di Medicina Generale, la durata delle visite può essere ancora minore: presso 112 Medici di famiglia di Madrid, la durata media delle oltre 3500 visite registrate era di 7,8 minuti Gonzalez. È stato inoltre osservato, esaminando registrazioni di colloqui clinici, che il paziente viene interrotto in media dopo appena 18 Beckman o 23 secondi Marvel.
Eppure, è notevole il vantaggio di incoraggiare il paziente ad esprimere il contesto psicosociale nel quale sono inseriti i suoi sintomi Heath. Il tempo dedicato a ciascun paziente contribuisce, tra l’altro, a determinare la fiducia che egli ripone nel proprio medico. In uno studio statunitense, eseguito su 100 medici di Medicina generale, è stato osservato che la fiducia nutrita per essi dai loro pazienti (50 per ciascuno) era correlata positivamente con la durata delle visite; inoltre, era maggiore se il medico si sforzava di comprendere l’esperienza che i pazienti avevano della malattia Fiscella.
È anche possibile che se il medico è troppo frettoloso, il paziente consideri l’ipotesi di abbandonarlo: in uno studio condotto su 2052 pazienti di tre diverse aree metropolitane negli Stati Uniti, l’idea di cambiare il proprio Medico di medicina generale o Ginecologo era legata a tre fattori: la scarsità di informazioni fornite dal medico (OR = 4,0; IC 95% = 2,4-6,6); non dedicare abbastanza tempo a rispondere alle domande postegli (OR = 3,3; IC 95% = 2,2 – 5,2); non dare risposte comprensibili (OR = 2,0; IC 95% = 1,3-3,0) Keating.
Occorre considerare, tuttavia, che non sempre noi medici siamo liberi di dedicare ai nostri pazienti il tempo che riterremmo necessario, poiché siamo legati a quanto ci viene richiesto dalle strutture per le quali lavoriamo. Questa difficoltà è ormai universale. Di 816 Cardiologi di Buenos Aires, il 66% riteneva adeguata per le loro visite una durata di 20-30 minuti, ma al 64% di essi le aziende sanitarie ne lasciavano a disposizione solo 10-15; l’89% degli intervistati riteneva che ciò costituisse una violazione dei principi etici da parte della loro azienda ed il 75% avvertivano di infrangere essi stessi l’etica professionale nell’aderire a tali disposizioni Doval. Qui in Italia, l’Accordo Collettivo Nazionale degli Specialisti Ambulatoriali prevede che le prestazioni non debbano durare “meno” di 15 minuti; tuttavia, presso molte ASL questa norma viene interpretata nel senso che si debba eseguire una prestazione “ogni” quarto d’ora, con la conseguenza di rendere l’attività degli specialisti meno accurata, di ridurre la fiducia che i pazienti nutrono in loro e, quindi, l’aderenza alla terapia ed i vantaggi di essa: in una parola, si disattendono i fini istituzionali stessi di un’Azienda Sanitaria.