Congresso 2007
Congresso Internazionale - Roma (Italia)
Comunicazione e relazionalità in medicina:
nuove prospettive per l'agire medico
Auditorium Policlinico A.Gemelli,
Roma, 16-17 febbraio 2007
L’universo della medicina oggi richiede inter-relazioni sempre più intense: l’iperspecializzazione esige confronto e collaborazioni interdisciplinari continui, lo sviluppo informatico e telematico consente una condivisione e una diffusione del sapere scientifico. Si sono aperte così nuove dimensioni nella comunicazione, nell’informazione medica, nella gestione sanitaria. Sempre più si rende necessario sostanziare la comunicazione con relazioni autentiche. In medicina la relazione ha una valenza del tutto particolare, perché la sofferenza, la malattia e la morte pongono sfide che mettono in discussione il significato stesso della vita e che esigono risposte non facilmente acquisibili. Più che mai oggi il medico ha bisogno di imparare “l’arte del relazionarsi”. Il Congresso si propone di presentare i risultati di progetti internazionali condotti in diversi ambiti della medicina, individuare strategie ed elaborare linee culturali che promuovano una formazione alla relazionalità nella prospettiva della fraternità.
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- Scritto da Congresso 2007
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Sono lieta di rivolgere un saluto e un augurio a quanti sono convenuti
in questo Congresso per approfondire il tema della Comunicazione e
Relazionalità in Medicina.
Permettetemi di offrire un pensiero spirituale attinente a questo tema.
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- Scritto da Ignazio R. Marino
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L’umanizzazione del rapporto medico-paziente e la centralità della persona (in particolare dei soggetti più deboli, in precarie condizioni economiche, in stato di disagio o di emarginazione, gli ammalati cronici e quelli non autosufficienti o con handicap) deve diventare un punto fermo nell’organizzazione della sanità pubblica.Nonostante tutto, ancora oggi in pieno boom tecnologico, il paziente desidera che il medico lo tocchi, gli metta una mano sulla pancia, gli ascolti il cuore con lo stetoscopio e lo faccia tossire. Questi semplici gesti servono a creare una particolare intimità tra medico e paziente, a rafforzare la fiducia, a spingere l’ammalato ad aprirsi e a raccontare i propri timori, non solo i propri sintomi.
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- Scritto da Michel Dupuis
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Tenendo conto delle condizioni reali delle situazioni (economiche, culturali, umane, ecc), si può certamente identificare una visione ideale-realistica della cura, in cui la comunicazione gioca un ruolo immenso. Si può altresì affermare che in fondo, al cuore dell’etica biomedica, c’è un’etica della comunicazione che rende a ciascuno un po’ della sua identità, della sua umanità, una dignità che è qualità della vita personale. Che cosa vi può essere di più alto e più concreto?
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- Scritto da Teodoro Marotta
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Come le scienze orientate in senso chimico e molecolare hanno costituito il paradigma medico del XX secolo, così è stato proposto per il secolo XXI un paradigma medico centrato sulla relazione, che assuma in sé la prospettiva del paziente 1 Molto più che in passato, l’attenzione dei ricercatori è rivolta oggi alla relazione tra medico e paziente, considerata da alcuni il centro della Medicina stessa 2. Essa è oggetto di studio in tutte le sue fasi, dal colloquio anamnestico alla definizione della diagnosi, alla programmazione della terapia, al controllo nel tempo dell’evoluzione dell’evento morboso e dei suoi esiti. Lungo tutto questo percorso, si riconosce un ruolo rilevante all’empatia che il medico saprà trasmettere.
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- Scritto da Massimo Petrini
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Un sottile disagio può pervadere chi si trova a introdurre un discorso sull’arte medica senza averne il titolo accademico: quasi a voler penetrare in un luogo in cui non si ha autorizzazione alcuna, se non quella di una quarantennale pratica professionale a confronto in simultanea con entrambe le prospettive, quella del medico e quella del paziente. Eppure, al di là di una legittimazione che derivi da un sapere scientifico e da una specifica professione, il rapporto tra questi tre termini – il paziente, il medico e l’arte della cura – chiama in causa ogni uomo e ogni donna.
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- Scritto da Gabrielle Mettendorff
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Come sappiamo, medico e malato non parlano sempre lo stesso linguaggio.Prendiamo l’esempio di un cancro. Il medico cita spesso le statistiche e la “possibilità” della guarigione, mentre al malato interessa se lui stesso potrà guarire.In altri casi una diagnosi, apparentemente non troppo grave per il medico perché ritenuta “guaribile”, può essere mal accolta dal malato, che vede diminuire la qualità della propria vita, che per lui può avere un’importanza difficilmente valutabile dall’altro.Inoltre, la percezione della gravità di certe diagnosi è cambiata nel corso degli ultimi decenni e quindi bisogna tenerlo presente.
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- Scritto da Paolo Bongianni
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Da anni mi occupo della riabilitazione e dell’assistenza di malati neuromuscolari e di pazienti affetti da patologie neurodegenerative, in particolare di persone che soffrono di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) o di varie forme di demenza (in primis la Demenza di Alzheimer).Il nostro Gruppo di lavoro utilizza un approccio interdisciplinare all’assistenza di questi malati, ponendo al centro della sua attività il paziente con i suoi bisogni, piuttosto che la malattia in quanto tale, e tenendo conto anche del caregiver che deve essere informato, formato e tutelato.Prima di parlare della comunicazione della diagnosi in caso di grave malattia neurologica, vorrei fare alcune considerazioni preliminari, sottolineando le peculiarità del malato neurologico, in particolare quando la malattia è in fase avanzata e i sintomi sono più che conclamati: non bisogna infatti mai dimenticare che malati e caregiver, a prescindere dalla situazione clinica al momento della diagnosi, si prospettano le condizioni cliniche ed esistenziali in cui si verranno a trovare in futuro!
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- Scritto da David White
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L’atteggiamento e l’approccio del medico sono cruciali per un’efficace comunicazione della diagnosi e per far sì che essa sia terapeutica e dìa inizio a un cambiamento. Un atteggiamento di apertura verso il paziente e la sua famiglia agevola in maniera marcata l’accesso del medico all’atmosfera emozionale.
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- Scritto da Luisa de Cristofaro e Rosanna CordialiI
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Nei casi descritti nella letteratura emerge che è impossibile utilizzare una metodologia univoca. La nostra esperienza ci porta a sottolineare che curare l’ascolto e l’accoglienza della famiglia nelle diverse situazioni (diagnosi di malattia più o meno grave) aiuta a trovare l’approccio migliore su come comunicare
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- Scritto da Umberto Mazzotti Diez
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la mia esperienza. Sono uruguaiano, lavoro in Paraguay come oncologo clinico e palliativista in un hospice. Il 55% dei nostri pazienti soffre di cancro e il 35% è affetto da AIDS. Il resto dei pazienti soffre di patologie varie in fase terminale. Oggi parliamo di “comunicazione della diagnosi” e sappiamo che, soprattutto nella fase terminale,
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- Scritto da Salvatore Mancuso
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Sono trascorsi cinquant’anni da quando ho iniziato la mia vita ostetrica, che era, allora, per lo più rivolta all’assistenza al parto. Poi, i ginecologi della mia generazione sono stati testimoni e hanno imparato, e in qualche modo contribuito a svelare, una gran quantità di misteri della vita prenatale, quella vita che riguarda tutti noi.
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- Scritto da Witold Lucas, A. Olesksiak, E. Teslar, B. Franek e J. Brami
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nella pratica clinica quotidiana. Le relazioni tra medico e paziente sono complesse e dipendono, tra l’altro, dalla personalità sia del medico che del paziente. Nel privato dello studio del medico di famiglia,
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- Scritto da Antonio Acquaviva
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presupposti, metodi, effetti. Negli ultimi due decenni sono stati prodotte nuove e fondamentali scoperte scientifiche nel campo delle scienze biomediche e della tecnologia applicate alla medicina. Ciò ha comportato nei paesi sviluppati un’enorme trasformazione nei concetti di salute e malattia,
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- Scritto da Mathieu P. C.
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l’esperienza dell’ospedale Ikazia di Rotterdam (Olanda). Lavoro a Rotterdam in un ospedale protestante. L’organizzazione ospedaliera dà molta importanza alla sua identità cristiana, che si esprime in una cura premurosa
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- Scritto da Pilar Fernandez
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In Olanda la rete sanitaria sul territorio è molto ben organizzata.Esistono ospedali per acuti, nei quali operano tutte le categorie di specialisti, e dove tutto è predisposto per consulenze ambulatoriali e degenze brevi. Esistono poi ospedali a lunga degenza per malati cronici,
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- Scritto da Farouk M.
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Epidemiologia e interdisciplinarità. La storia della medicina mostra che le preoccupazioni interdisciplinari sono all’origine della riflessione medica grazie all’introduzione delle scienze sociali.
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- Scritto da Mateus Rotta
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Il lavoro in équipe multiprofessionale è una modalità di lavoro collettivo, caratterizzato dall’interazione di vari interventi tecnici delle diverse figure professionali attraverso la comunicazione verbale e scritta. Nell’équipe sono mantenuti i rapporti gerarchici, l’autonomia e l’indipendenza tecnica, pur nella flessibilità della suddivisione del lavoro. Spesso, per la diversa preparazione e competenza, è attribuito valore diverso alle varie figure professionali e ciò può generare tensioni.
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- Scritto da Giovanni Scambia
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Ritengo che l’aspetto della comunicazione e della relazione tra medico e paziente sia uno dei più importanti nella professione medica, anche per chi, come me, passa gran parte del tempo in sala operatoria. L’esperienza che intendo qui brevemente presentare,
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- Scritto da Alberto Marsilio
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un’ipotesi formativa. L’aspetto nuovo che oggi caratterizza il morire è il fatto che per l’aumento delle malattie croniche e degenerative e grazie agli enormi progressi della Medicina che permettono di rallentare i processi patologici,
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- Scritto da Cesare Catananti
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nella società che cambia. La medicina, sfrondata da ogni orpello, è un rapporto a due: un rapporto tra chi ha bisogno di aiuto e chi, per competenza e attitudine, è pronto a dare questo aiuto.Tale rapporto ha vissuto nel tempo una serie di modifiche:
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- Scritto da Fernanda Morrone Bueno
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Da dieci anni insegno farmacologia e altre discipline alla Pontificia Università Cattolica di Porto Alegre, in cui studiano circa 30.000 studenti. Anche nel mio lavoro cerco di portare un nuovo modo di rapportarsi basato sulla fraternità.
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- Scritto da di Marta Iuzzolini, Lucia e Spartaco Mencaroni
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alla professionalità medica durante il corso di laurea. La visione della professione medica come “arte” da insegnare porta alla trasmissione dell’esperienza e non soltanto delle nozioni tecniche, che non possono bastare ad affrontare il rapporto con il malato in tutta la sua complessità.
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- Scritto da Gerard Van Meel
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al Sint Antonius Ziekenhuis Nieuwegein. Più del 30% dei nostri pazienti sono stranieri, per cui la comunicazione comprende sia l’aspetto linguistico sia quello culturale. Sono consapevole del fatto che anche loro sono pazienti che devo curare, e li tratto allo stesso modo dei connazionali.
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- Scritto da Gabriele Mueller
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“Painmedicine” Sono specializzata in anestesia con altre specializzazioni in terapia del dolore, agopuntura e medicina palliativa.Lavoro con 5 colleghi in uno studio medico specializzato
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- Scritto da Aino Mirjam Inkeri Kelo
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Come la esercito? Fin dall’inizio della mia professione di medico è stato molto chiaro per me che il paziente doveva occupare un posto centrale in essa. Esercitandola, poi, ho capito che questo atteggiamento si doveva tradurre in scelte concrete, alle volte piccole, ma sostanziali.
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- Scritto da Anna Fratta
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Abbiamo riflettuto sull’importanza della comunicazione e dell’arte del relazionarsi in medicina. Il mio compito è ora quello di parlare del significato e del valore della reciprocità.È infatti nostra convinzione che sapere comunicare ed entrare in relazione con l’altro, sia esso collega, operatore sanitario, paziente o famigliare, richiede un passo ulteriore: arrivare alla reciprocità dei rapporti. Come è noto, il termine «reciprocità» assume un significato specifico a seconda dell’ambito in cui viene applicato. Si parla, infatti, di reciprocità in campo economico, politico, sociale, assistenziale…
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- Scritto da Mabel Aghadiuno
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nella medicina. Dalla prospettiva di un medico generico. “Un buonissimo fegato”. Ricordo l’emozione di fare il giro-visite in reparto, quando ero una giovane studentessa, accompagnati da un medico che voleva farci sentire una “buona milza” o ascoltare un “interessante soffio cardiaco”. Come tutti i miei colleghi, nei nostri impeccabili camici, ero molto emozionata.
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- Scritto da Yvonne Kremmer
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dell’ospedale e i nuovi impegni da prendere. Il mondo ospedaliero europeo ha subito nel corso dei secoli una vera metamorfosi.A partire dall’«Hospitalis Domus», la casa dove si ricevono gli ospiti, dei primi secoli della nostra era, l’ospedale è stato il luogo per eccellenza dove, durante i secoli, si esercitava la carità cristiana.
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- Scritto da Antonia Testa, Dirk Timmermanme Lil Valentin
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(Gruppo internazionale per la valutazione ecografica del tumore dell’ovaio). La diagnosi preoperatoria delle masse ovariche è essenziale per fornire un appropriato trattamento clinico. L’introduzione dell’ecografia transvaginale ha dato l’opportunità di ottenere parametri diagnostici preoperatori con una straordinaria
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- Scritto da Marcel Mbula
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per la cura di HIV/AIDS. Un progetto in Africa, basato sulle linee guida dell’UNAIDS. L’HIV/AIDS è un importante problema di salute pubblica nell’Africa subsahariana, dove vive il 63% degli adulti e bambini infettati da HIV o malati di AIDS del mondo. Nella Repubblica democratica del Congo (RDC), 2,5 milioni di persone sono infettate da HIV o sono affette da AIDS.
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- Scritto da Imelda Palomino
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a Manila. Bukas Palad Foundation è una ONG senza scopo di lucro (no-profit), fondata nel 1983 per rispondere alle necessità sociali e sanitarie delle fasce più povere della popolazione delle Filippine.La scintilla ispiratrice è stata la visita della fondatrice del Movimento dei Focolari nelle Filippine, nel 1982. Sgomentata dalla povertà di alcune aree della metropoli, Chiara Lubich ha stimolato
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- Scritto da Giuseppina Veneruso
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dalla Clinica Sorriso (Igarassu, Brasile)all’Ambulatorio per il bambino adottato e immigrato (Ospedale Meyer - Firenze)La Clinica Sorriso, un ambulatorio con annesso laboratorio clinico, è stata costruita nel 1993 nel comune di Igarassu nel nord-est del Brasile, grazie ad un’azione di solidarietà promossa al mio rientro in Italia
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- Scritto da Laura Falchi
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sviluppo di un modello di partnership secondo l’approccio etnografico tra Paesi a diverso standard assistenziale (Italia-Cameroun)
Il carcinoma cervicale è globalmente il secondo più comune cancro femminile, ma nei Paesi in via di Sviluppo (PVS) presenta la maggiore incidenza e mortalità. Le cause sono dovute a povertà, stile di vita, disiformazione della popolazione sui fattori di rischio, deficit di funzionali servizi medici di referenza, limitato accesso a centri sanitari
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- Scritto da Zenadia da Silva
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Dalla ricchezza delle esperienze e delle realizzazioni che abbiamo presentato emerge la necessità di trarre alcune linee per la definizione di modelli scientifici che riescano a far coniugare il vissuto con le linee teoriche e, viceversa, a tradurre quanto deriva dalle elaborazioni culturali nella prassi medica.
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- Scritto da Zenadia da Silva
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10:00 Introduction
Roberto Bernabei – Dipartimento di Scienze Gerontologiche, Geriatriche e Fisiatriche, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma
10:30 – 11:15
1st session - Communication and relationships in medicine
Moderator: Flavia Caretta – Dipartimento di Scienze Gerontologiche, Geriatriche e Fisiatriche, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma
- “Medicine - Dialogue - Communion”: origins, development and objectives
Giuseppe Mazzella – Dipartimento di Medicina Interna e Gastroenterologia Università di Bologna - The “person” in relationship: which reference?
Vera Araujo - Istituto Superiore di Cultura "Sophia", Roma - Communication and relationships in medicine: the state of the art
Flavia Caretta – Dipartimento di Scienze Gerontologiche, Geriatriche e Fisiatriche, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma
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- Scritto da Vera Araújo
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Riflettere sulla persona ci porta ad assumere un atteggiamento intellettuale di grande rispetto, perché ci troviamo dinnanzi ad una realtà avvolta in qualche modo nel “mistero” e che può essere considerata e compresa da molteplici prospettive: teologica, filosofica, etica, psicologica e via dicendo.Le mie riflessioni sono solo spunti per contribuire ad un approfondimento a cui tutti siamo invitati e incoraggiati.
Persona vuol dire individuo razionale fondato su:
- una relazione con l’Assoluto;
- con l’altro uomo che diventa prossimo perché simile in umanità, uguale in valore e degno di essere amato;
- con il cosmo.
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- Scritto da Massimo Petrini
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- Scritto da Anna Fratta
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Presupposti della reciprocità
Abbiamo riflettuto sull’importanza della comunicazione e dell’arte del relazionarsi in medicina. Il mio compito è ora quello di parlare del significato e del valore della reciprocità.
E’ infatti nostra convinzione che sapere comunicare ed entrare in relazione con l’altro, sia esso collega, operatore sanitario, paziente o famigliare, richiede un passo ulteriore: arrivare alla reciprocità dei rapporti.
Come è noto, il termine reciprocità assume un significato specifico a seconda dell’ambito in cui viene applicato. Si parla, infatti, di reciprocità in campo economico, politico, sociale, assistenziale…
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- Scritto da Mabel Aghadiuno
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"Un buonissimo fegato"
Ricordo l'emozione di fare il giro visite in reparto, quando ero un giovane studente, accompagnati da un medico che voleva farci sentire una "buona milza" o ascoltare un "interessante soffio cardiaco". Come tutti i miei colleghi, nei nostri impeccabili camici, ero molto emozionata. Qualcosa dentro di me, però, si ribellava, e una piccola voce mi diceva: "Non è che questo sia proprio giusto!" Non che non salutassimo il paziente, non gli chiedessimo il permesso di esaminarlo o non facessimo tutto ciò che l'agire medico richiedeva. Ma non ero a mio agio, e non mi spiegavo il perché.
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- Scritto da Flavia Caretta
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Pochi cambiamenti nella vita dell'uomo sono stati così profondi come quelli prodotti negli ultimi decenni dalle scienze biomediche e dalla pratica della medicina.Gli enormi sviluppi nel campo tecnologico hanno comportato un progresso impensato nelle capacità diagnostiche e terapeutiche, con la nascita conseguente di nuove discipline specialistiche, necessarie per far fronte al rapido aumento delle conoscenze e alle biotecnologie sempre più sofisticate. Ne è derivata una frammentazione del sapere per cui, sul piano clinico, il singolo paziente non viene più curato da un solo medico, ma da più medici, e spesso in collaborazione con esperti di altre discipline.
scarica l'intero intervento: pdf Caretta_it.pdf
scarica presentazione PowerPoint: pdf Caretta_ppt.pdf