Prendere l’iniziativa nel rapporto con il paziente

E’ una affermazione che  potrebbe sembrare ovvia: generalmente è l’operatore a fare il primo passo verso il paziente, ma non è sempre così. E’ difficile l’approccio con chi aggredisce con lamentele, rimproveri e lo è ancor più riuscire ad accoglierlo la volta successiva. Eppure l’operatore non può aspettarsi che il paziente sia lui per primo a comportarsi come un paziente “ideale”, collaborante, comprensivo della fatica e dello stress del lavoro assistenziale: sta a noi prendere l’iniziativa di un rapporto che gli faccia avvertire il nostro interessamento, la stima, la fiducia, il desiderio sincero di essergli di aiuto. Questo atteggiamento dell’operatore può facilitare un atteggiamento simile nel paziente per cui scaturisce una reciprocità, una sintonia di intenti, una reale “alleanza terapeutica”.

Il principio di reciprocità ha anche un fondamento scientifico nei processi neurofisiologici. Alcuni studi evidenziano, infatti, che nel momento in cui interagiamo con un’altra persona, nel nostro cervello prendono avvio meccanismi neuronali, in cui sarebbe coinvolta soprattutto una classe specifica di neuroni, i cosiddetti “mirror neurons”. Si determina così un legame funzionale, una sorta di adattamento reciproco tra i due cervelli che si connettono e si influenzano a vicenda.

Si è osservato che ognuno dei due cervelli può dare inizio all’interscambio, non è necessario che il segnale provenga da entrambi, ma una volta che una persona si “sintonizza”, le probabilità di un’intesa reciproca aumentano[6]. Sottolinea quindi l’importanza di fare il primo passo, di prendere l’iniziativa nei rapporti.

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