Incontri per Operatori Sanitari

altFin dalla sua costituzione, Associazione si è fatta promotrice di periodici incontri rivolti a medici ed operatori sanitari, allo scopo di offrire momenti di scambio di idee e di esperienze per approfondire il fine dell’agire medico e assistenziale.

Tra le tematiche trattate: il dolore, la vita oltre le sfide attuali, l’empatia nel rapporto con il paziente, il rapporto salute-malattia, il rapporto tra gli operatori…

Valore della vita, dignità della persona umana

alt

Le sfide alla vita sono molte, antiche e nuove, e quasi quotidianamente ci interpellano per il continuo progresso tecnologico, sfide alle quali non è sempre facile dare una risposta; c’è però un solo criterio etico con il quale la singola persona, la società civile, le scienze, e tra queste la medicina, si devono sempre confrontare. E’ la concezione di persona e la dignità della sua vita, è l’antropologia di riferimento, il criterio alla luce del quale leggere anche i progressi scientifici ed elaborare i giudizi etici. D’altra parte, è ormai la scienza stessa a confermare che la dignità della persona, unica e irrepetibile, è inscritta nella alt biologia, nella biochimica, nella fisiologia, è dimostrabile scientificamente.

In fondo è proprio la dignità della persona, della vita di ogni persona, il valore unanimemente condiviso, intorno al quale tutti possono convergere e sul quale in particolare noi medici ed operatori sanitari siamo interpellati direttamente per riscoprire la vocazione originaria della medicina, cioè guarire, curare l’uomo nella sua interezza.

Rapporto salute e malattia 

alt

L’oggetto della medicina non è la malattia, ma la persona malata. Senza la persona non si può capire la malattia, senza la persona non si può realizzare la guarigione, intesa in senso antropologico pieno e non come semplice restitutio ad integrum. E’ evidente che un approccio biofisico è in ogni caso importantissimo e ineliminabile, ma non può essere esclusivo, perché non è solo il fisico ciò che nella persona si ammala: è la persona tutta intera che soffre nella malattia, che cerca la guarigione, e insieme si interroga sul significato della malattia nell’ambito della sua vita.  Questa ricerca di significato coinvolge, oltre al malato, la famiglia, la comunità.

altLa persona ha varie dimensioni costitutive, fisica, psicologica, spirituale: la salute o la guarigione, come la malattia e la sofferenza, non possono che scaturire dall’armonia di queste dimensioni. Allora la salute o la guarigione non sono solo il possedere una salute fisica o il recupero funzionale, ma piuttosto la pacificazione psicologica, la forza interiore, il coraggio, la ricerca di un nuovo equilibrio. In questo ambito, la malattia può essere vista come una possibilità di sviluppare le capacità umane; essa può, infatti, costituire un’occasione di alt crescita emotiva e spirituale, può insegnare ad accettare il limite e a valorizzare l’essenziale.

La persona non è un essere isolato, ma inserito in una comunità e in un ambiente, per cui la salute è favorita dall’interazione di un sistema complessivo che promuove il benessere di una comunità che ha cura di sé. Del resto, nell’esercizio della professione si tende ad operare secondo una prassi che si avvale oggi sempre più di concetti organizzativi quali la “rete” o “l’integrazione dei servizi”. altQuasi a dimostrare che la risposta ai bisogni di salute non può derivare  esclusivamente dalla competenza e dalla conoscenza del singolo – certamente fondamentali – ma da un agire a corpo, collettivo. Da qui l’impegno di una comunità non solo sanitaria, ma nel suo insieme – fisico-ambientale, socio-politico, economico, legislativo, religioso – chiamata a sostenere ed aiutare la salute e la vita e a confrontarsi sulle implicazioni etiche, religiose e politiche dell’incessante sviluppo dell’innovazione in campo medico.

Proposta di un modello di rapporto sanitario basato sulla reciprocità interpersonale:

altPorre la reciprocità, la fraternità, a fondamento delle relazioni interpersonali e intercomunitarie trasforma ogni componente del mondo sanitario in soggetto, in protagonista: ciascuno proiettato a vivere l’altro, a cogliere i suoi bisogni, a condividere il suo dolore, o a riconoscere la sua competenza e ad affidarsi pienamente.

altE questo può permettere di realizzare un ambiente assistenziale realmente “terapeutico”: per il paziente che respira un clima sereno, di attenzione, di ascolto, di cura nel senso più globale, per gli operatori che si sentono apprezzati e valorizzati per il loro lavoro, messi in condizione di esprimere al meglio la loro professionalità e stimolati ad essere promotori di continuo miglioramento, per chi dirige, che avverte meno il peso delle responsabilità e delle decisioni che vengono condivise e partecipate.

Documenti più scaricati

Questo sito utilizza cookie tecnici, anche di terze parti, per consentire l’esplorazione sicura ed efficiente del sito. Chiudendo questo banner, o continuando la navigazione, accetti le nostre modalità per l’uso dei cookie. Nella pagina dell’informativa estesa sono indicate le modalità per negare l’installazione di qualunque cookie.