la visione del mondo. Nikola Kopilovic vive a Belgrado, in Serbia. A 18 anni, all’inizio del 4° anno delle superiori, gli viene annunciata una grave malattia. «Amate chi vi passa accanto e siate sempre riconoscenti di tutto quello che avete» è la sua consegna agli amici, in una lettera scritta pochi mesi dopo. Una sera, al cinema con la sorella, avverte dolore a un dente. Non poteva immaginare che fosse il primo sintomo di qualcosa di grave.Nei giorni successivi si gonfia la guancia sinistra e non riesce quasi ad aprire la bocca. «Mi faceva molto male, però anziché andare dal dentista, cerco di guarire da solo mettendomi impacchi e creme. Niente mi aiuta ed è sempre peggio.
Alla fine vado dal dentista che rimane scioccato e mi manda subito da un medico chirurgo, il quale mi fa ricoverare. Rimango sorpreso, ma non mi preoccupo più di tanto. Penso di tornare a casa in un paio di giorni». Dalle analisi si costata però che qualcosa non va bene nel sangue. Viene trasferito in un altro reparto, poi in un’altra clinica. Infine la diagnosi è severa: leucemia.
«Non sapevo nulla di questa malattia – racconta Nikola –, non immaginavo che avrei dovuto sottopormi alla chemioterapia e che la cura sarebbe stata lunga. Ho cominciato le prime sessioni della chemio e mi sembrava di perdere la ragione. Mi venivano in testa tutti i pensieri più neri. Ho cominciato a dubitare dell’esistenza di Dio e a chiedermi perché fosse successo proprio a me. Cosa avevo fatto di male, forse Lui mi aveva abbandonato? Ho cercato la risposta e ho capito che questa malattia è un messaggio di Dio per me. Ho sperimentato la Sua presenza in maniera più forte, era sempre accanto a me; avvertendo che voleva qualcosa da me, ho pensato tanto a cosa potrebbe essere. Mi è venuto in mente di tutto, forse dovevo donarmi totalmente agli altri? La malattia mi ha svegliato da una vita vuota che mi scorreva davanti, mi ha fatto cambiare la visione sul mondo e adesso vedo tutto in modo più sereno. Una delle cose che ho fatto è smettere di fumare e di questo sono molto orgoglioso! Qui in ospedale ho conosciuto molte care persone e un paio di buoni amici. Un giorno pieno di sole ho aperto la finestra e ho visto passare una ragazza. L’ho guardata e lei mi ha sorriso con tanto amore. Dopo ho scoperto che è un’infermiera. Ho capito allora che la felicità sta in piccoli segni di attenzione come questo. Un ragazzo mi ha detto: tutto quello che è mio è anche tuo. Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere. Ho provato una grande gioia».
«Ho avuto fortuna, perché sono risultato compatibile con i miei fratelli per il trapianto di midollo. Questo diminuisce il tempo delle cure e le probabilità che la malattia ritorni. Sono molto riconoscente per tutte le preghiere e per tutti i messaggi che arrivano da tutto il mondo attraverso Facebook. In ospedale ci facciamo compagnia, e quando ci si trova insieme con un gruppo di giovani, il tempo passa velocemente. Poi ho un fratello buono che mi ha lasciato il suo computer! Così posso vedere dei film, navigare in internet… Trascorro tanto tempo in preghiera. Le condizioni in cui viviamo non rendono la vita facile, ma ci si abitua a tutto…».
Alla domanda su cosa direbbe ai suoi coetanei, Nikola risponde: «Direi: imparate pure dal passato, fate pure piani per il futuro, ma più importante è vivere l’attimo presente, è questo che ho imparato. Sappiate che la vera felicità si raggiunge con piccoli segni di attenzione e non preoccupatevi del domani, perché quando imparate a farlo vi sentirete molto meglio. Se vi arrivano pensieri negativi, cambiateli subito con altri positivi. Fate così ogni volta e, col tempo, spariranno. Amate chi vi passa accanto e siate sempre riconoscenti di tutto quello che avete».
Fonte: Novi Svet 1-2. / 2015