1.Introduzione

La tematica della comunicazione è oggi particolarmente attuale e riveste sempre più un ruolo cruciale all’interno della pratica medica e della relazione medico-paziente.

La peculiarità del rapporto comunicativo in Pediatria è che esso si svolge primariamente fra pediatra e genitori. Dare il messaggio di un figlio malato a dei genitori non è un istante, un momento, una frase che si apre e si chiude, ma è un processo lungo che può richiedere tutto il tempo di un’ospedalizzazione e di eventuali controlli. Circa la chiarezza delle informazioni da dare, l’approccio è ad un tempo semplice e critico: dosare l’informazione rendendola facilmente comprensibile è l’obiettivo principale che va tuttavia coltivato non penalizzando l’esaustività dell’informazione stessa. Ciò vale sia per la comunicazione di problemi di salute risolvibili che per patologie infauste o croniche. In quest’ultimo caso utilizzare le parole e i gesti più appropriati è importante per gettare le basi solide per una presa in carico efficace del bambino e della sua famiglia e quindi per una maggiore “alleanza terapeutica”.

Il pediatra si rivolge secondariamente anche al bambino qualora l’età e le capacità intellettive lo permettano. Una relazione accogliente ed empatica agevola il piccolo paziente e la sua famiglia nella consapevolezza della patologia e del disagio emotivo che ne deriva.

Dati della letteratura dimostrano che una buona capacità comunicativa del medico è in grado di migliorare sia l’aderenza del paziente alle cure, sia il decorso della malattia.

Riportando alcune esperienze personali abbiamo preso in considerazione le modalità di approccio nella comunicazione della diagnosi.

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