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Ho iniziato la mia carriera professionale di medico in Germania e dopo aver lavorato per quattro anni in una clinica di riabilitazione della Foresta Nera, mi sono trasferito in un ospedale per acuti nella città di Offenburg. Un giorno in terapia intensiva era stato ricoverato un paziente, originario della Germania Orientale, che aveva potuto emigrare in quella Occidentale solo dopo aver raggiunto l’età della pensione; il governo della Repubblica Democratica Tedesca infatti, mentre non permetteva che nessun cittadino in età lavorativa abbandonasse il paese, favoriva l’uscita dei pensionati che ne facevano richiesta, lasciando così che fosse poi la Germania Federale a farsi carico della relativa spesa pensionistica.

Introduzione

di Massimo Petrini

Io sono stato creato in dono a chi mi sta vicino e chi mi sta vicino è stato creato in dono per me (Chiara Lubich)

In occasione del Convegno Internazionale “Comunicazione e relazionalità in medicina: nuove prospettive per l’agire medico”, organizzato dalla Associazione “M.D.C. – Medicina Dialogo Comunione” e svoltosi a Roma presso il Policlinico “A. Gemelli” della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore il 16 e 17 febbraio 2007, alcuni docenti sono stati invitati ad offrire una riflessione su quanto avevano maturato nella quotidianità del loro agire medico e nell’edificazione di relazioni interpersonali autentiche.

La pratica medica quotidiana, legata com’è alla relazione interpersonale, ha sempre conservato una dimensione extra-scientifica, che informa l’agire del medico in maniera decisiva, parallelamente al ragionamento clinico, fondato su fatti costatati obiettivamente, analizzati statisticamente ed interpretati alla luce delle conoscenze biochimiche e fisiopatologiche. È, tuttavia, osservazione comune che negli ultimi decenni, sotto la spinta del progresso scientifico-tecnico da un lato e di motivazioni socio-economiche dall’altro, il primo di questi due aspetti della medicina, quello che la associa alle discipline umanistiche oltre che alle scienze positive, si è andato progressivamente dileguando.

Come diventai oncologo

Una mattina del 1960 volai a Montreal, grazie a una borsa di studio, frequentai il Santa Cabrini Hospital. Fu un’esperienza positiva e non solo per la mia attività professionale. I colleghi furono gentili e disponibili, ma furono soprattutto quelle sante donne delle suore ad aiutarmi nelle prime settimane. Così come la loro fondatrice aveva preso a cuore l’assistenza agli emigrati, loro presero a cuore questo giovane medico emigrante e mi insegnarono non solo a parlare un inglese corretto e fluente, ma anche che l’assistenza ai malati deve essere sia tecnica che umana… e soprattutto a colloquiare e ascoltare i pazienti…

La relazione: L'essenza dell'arte medica
I medici si raccontano

15 febbraio 2008 ore 17,30

Senato della Repubblica
Sala Capitolare - Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva

Presentazione di Medicina Dialogo Comunione

(Flavia Caretta)

“Medicina Dialogo Comunione (M.D.C.)”, si è costituita nel 2003 come associazione interdisciplinare e interculturale.

Con quali obiettivi?

Certamente culturali: vorrebbe contribuire all’elaborazione di una antropologia medica ispirata a dei riferimenti precisi e cioè quelli contenuti nella spiritualità dell’unità, che anima il Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich, ma ispirata anche alle numerose esperienze realizzate in vari Paesi in ambito medico-sanitario, che sono  scaturite da questa spiritualità. Quindi obiettivi culturali, ma non solo culturali, perché si attinge ad una vita, ad una prassi.

 

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Presentazione del volume:

La relazione: L'essenza dell'arte medica.

I medici si raccontano.

(Volume esaurito)

15 febbraio 2008 ore 17,30

Senato della Repubblica
Sala capitolare  - Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva
Piazza della Minerva, 38 - Roma

Il volume costituisce una raccolta di contributi personali di docenti di varie discipline mediche, quasi un “distillato” di vita che interroga sul fine dell’agire medico e sulla relazionalità come elemento fondante della medicina.

Una certezza che emerge da anni di contatto con pazienti piccolissimi è che quando il rapporto con il malato è a senso unico, sicuramente è un rapporto non corretto. In altre parole, con il tempo si impara che sia il paziente che il medico hanno bisogno l’uno dell’altro. E non in senso “moralista”, ma in senso pratico: quante cose si imparano quando si ascolta chi soffre... quante cose si vedono quando si va oltre la routine e la somministrazione rituale di medicine... Si vedono segni e sintomi che prima sfuggivano. Uno sguardo e un silenzio mostrano un disagio o un esito positivo, più di certe analisi. E da questo, il passaggio ad un vantaggio “morale” per il medico è presto fatto. Di fronte alla sofferenza di un bambino non si può non ridimensionare le proprie visioni sulla vita, orientarle in modo giusto, lavorare più alacremente: imparare ad essere dei medici migliori.

Introduzione

Il volume è il risultato di una corale riflessione, fondamentalmente, sulla professionalità medica, una riflessione corale importante perché nasce dagli stessi “addetti ai lavori”,  anzi, da “qualificati addetti ai lavori”.

Vediamo allora, sommariamente, in quale contesto culturale si pone.

Un contesto assistenziale che per descrivere ricorrerò alla rivisitazione della parabola del Buon Samaritano, ispirandomi liberamente ad un commento fatto dal prof. Spinsanti, circa venti anni fa.“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico… era giunto in ospedale, in situazione grave, le conseguenze dell’aggressione avevano peggiorato le condizioni di una sua precedente patologia. Passò vicino a lui un medico, vide il “bel caso clinico”, da cui si poteva imparare molto, un contributo notevole al progresso della scienza. Mise a punto un accurato programma di ricerca e non trascurò nessun dettaglio della malattia, come risulta dall’articolo pubblicato nella rivista scientifica della sua specialità. E passò oltre, tranquillo in coscienza.

Atti del Congresso Internazionale 2001

INDICE

Introduzione

La dignità dell’uomo nel progetto di Dio
Anna Fratta

Antropologia medica e antropologia trinitaria: spunti di riflessione
Flavia Caretta

Il mondo della sanità oggi e la spiritualità dell’unità
Flavia Caretta

I contenuti del mondo della sanità e le sue espressioni
Teresa Filippi

La sanità: riflessi nella vita sociale e culturale
Cristina Canavese

Le interazioni medico-paziente costituiscono un fenomeno sociale complesso in cui entrambi i partecipanti intervengono con aspettative reciproche. All’interno di questa trama relazionale il processo comunicativo può influenzare, in modo rilevante, la soddisfazione sia del paziente, in relazione alla visita medica, all’accettazione delle terapie e alla riduzione delle sue preoccupazioni, che dell’operatore in termini di successo del trattamento.

Presentazione degli Atti del Congresso Internazionale 2007

Comunicazione e relazionalità in medicina

nuove prospettive per l'agire medico

Roma, 16-17.02.2008

 

Per una sanità di Comunione

Il carisma dell'unità e la medicina

Libro : Per una sanità di ComunioneLa brochure comprende una serie di riflessioni presentate negli incontri promossi dal Movimento dei Focolari, rivolti a medici ed a operatori sanitari, allo scopo di offrire momenti di scambio, di idee e di esperienze per approfondire il fine dell’agire medico alla luce della Spiritualità dell’Unità, che anima il Movimento.
Una breve presentazione della spiritualità e della storia del Movimento dei Focolari introduce alla lettura dei vari testi.

La salute dell'uomo oggi:

un equilibrio raggiungibile

Libro : Per una sanità di ComunioneIl volume, curato da Umanità Nuova, in italiano e inglese, raccoglie gli Atti del Congresso Internazionale svoltosi a Castelgandolfo (Roma) dal 30 marzo al 1 aprile 2001. Dal confronto e scambio delle diverse esperienze e competenze tra rappresentanti di diversi ambiti della medicina provenienti da tutte le aree del mondo, si delinea un modello nuovo di sanità basato sui valori di reciprocità e fraternità.

 

La medicina è un’arte anche in tempi di tecnologia, che è certo utilissima, ma va usata correttamente e messa a disposizione di tutti coloro che ne abbiano necessità. La tecnologia non può sostituire il rapporto medico-paziente, la visita medica e l’esperienza clinica forte. Il rischio è di contribuire ad un riduzionismo che ignora la persona come unità inscindibile di mente, corpo e spirito. Infatti, una valida antropologia curativa considera lo sconcerto umorale dell’organismo e il danno d’organo, ma anche la crisi spirituale e la sofferenza globale della persona.Ho maturato profondamente che il mio essere medico, il mio incontro con la persona malata, è nell’ambito non solo della salute psicofisica da recuperare, ma di un progetto di Salvezza che riguarda entrambi: medico e persona che chiede aiuto. Due persone che si incontrano in un momento particolare della vita…

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