Convegni
In questa sezione vengono pubblicate tutte le informazione riguardanti congressi, eventi, seminari e altre attività
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• ASPETTI INTRODUTTIVI
La morte: prospettiva antropologica, filosofica, storica, culturale
Le età della morte
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Il Master ha lo scopo di affrontare in modo sistematico e in una prospettiva interdisciplinare la cura delle persone nell’ultima fase della vita, al fine di preparare i professionisti che operano in questo ambito ad offrire le migliori risposte assistenziali ai morenti e alle loro famiglie. Intende prendere in considerazione gli aspetti clinici, di nursing, etici, spirituali, culturali e religiosi riguardanti l'assistenza alla persona morente e il post mortem, finora spesso considerati separatamente sia dalla medicina che dal nursing.
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Il Master è rivolto a:
diplomati di Lauree Magistrali delle seguenti Classi: Classe LM41 Laurea in Medicina e Chirurgia, Classe LM51 Laurea in Psicologia, Classe LM57 Laurea in Educazione degli Adulti e della Formazione Continua, Classe LM64 Laurea in Scienze delle Religioni, Classe LM78 Laurea in Scienze Filosofiche, Classe LM88 Laurea in Sociologia e Ricerca Sociale...
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Il Master universitario di primo livello ha la durata di un anno accademico per complessivi 60 crediti, pari a 1500 ore.
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Per poter partecipare alle prove di ammissione i candidati, dopo aver eseguito la procedura on line sul sito internet www.rm.unicatt.it/master, devono far pervenire la relativa documentazione cartacea all’Ufficio Master Universitari e Scuole di specializzazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” entro le ore 13.00 del giorno 15 gennaio 2014:
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La quota di partecipazione è di 2.500,00 Euro così ripartite:
Prima rata € 1.500,00 al momento dell'iscrizione Seconda rata € 1.000,00 entro il giorno 30 giugno 2014.
Il contributo richiesto agli uditori è di € 100,00 (cento) per ciascun modulo da pagare in un’unica rata al momento dell’iscrizione.
Per ciascun modulo sono ammessi un massimo di 10 uditori che potranno assistere solo alle attività di didattica frontale e non alle attività di tirocinio.
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A coloro che avranno ultimato il percorso formativo previsto e superate le relative prove di valutazione sarà rilasciato il titolo di Master Universitario di primo livello in “La cura alla fine della vita. Clinica, Etica, Organizzazione, Continuità Assistenziale”.
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Riflettere sulla persona ci porta ad assumere un atteggiamento intellettuale di grande rispetto, perché ci troviamo dinnanzi ad una realtà avvolta in qualche modo nel “mistero” e che può essere considerata e compresa da molteplici prospettive: teologica, filosofica, etica, psicologica e via dicendo.Le mie riflessioni sono solo spunti per contribuire ad un approfondimento a cui tutti siamo invitati e incoraggiati.
Persona vuol dire individuo razionale fondato su:
- una relazione con l’Assoluto;
- con l’altro uomo che diventa prossimo perché simile in umanità, uguale in valore e degno di essere amato;
- con il cosmo.
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Pochi cambiamenti nella vita dell'uomo sono stati così profondi come quelli prodotti negli ultimi decenni dalle scienze biomediche e dalla pratica della medicina.Gli enormi sviluppi nel campo tecnologico hanno comportato un progresso impensato nelle capacità diagnostiche e terapeutiche, con la nascita conseguente di nuove discipline specialistiche, necessarie per far fronte al rapido aumento delle conoscenze e alle biotecnologie sempre più sofisticate. Ne è derivata una frammentazione del sapere per cui, sul piano clinico, il singolo paziente non viene più curato da un solo medico, ma da più medici, e spesso in collaborazione con esperti di altre discipline.
scarica l'intero intervento: pdf Caretta_it.pdf
scarica presentazione PowerPoint: pdf Caretta_ppt.pdf
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L'Università Cattolica del Sacro Cuore, per iniziativa della Facoltà di Medicina e Chirurgia "A. Gemelli", istituisce per l'anno accademico 2012-2013 il Master universitario di primo livello
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L’umanizzazione del rapporto medico-paziente e la centralità della persona (in particolare dei soggetti più deboli, in precarie condizioni economiche, in stato di disagio o di emarginazione, gli ammalati cronici e quelli non autosufficienti o con handicap) deve diventare un punto fermo nell’organizzazione della sanità pubblica.Nonostante tutto, ancora oggi in pieno boom tecnologico, il paziente desidera che il medico lo tocchi, gli metta una mano sulla pancia, gli ascolti il cuore con lo stetoscopio e lo faccia tossire. Questi semplici gesti servono a creare una particolare intimità tra medico e paziente, a rafforzare la fiducia, a spingere l’ammalato ad aprirsi e a raccontare i propri timori, non solo i propri sintomi.
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Tenendo conto delle condizioni reali delle situazioni (economiche, culturali, umane, ecc), si può certamente identificare una visione ideale-realistica della cura, in cui la comunicazione gioca un ruolo immenso. Si può altresì affermare che in fondo, al cuore dell’etica biomedica, c’è un’etica della comunicazione che rende a ciascuno un po’ della sua identità, della sua umanità, una dignità che è qualità della vita personale. Che cosa vi può essere di più alto e più concreto?
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Come le scienze orientate in senso chimico e molecolare hanno costituito il paradigma medico del XX secolo, così è stato proposto per il secolo XXI un paradigma medico centrato sulla relazione, che assuma in sé la prospettiva del paziente 1 Molto più che in passato, l’attenzione dei ricercatori è rivolta oggi alla relazione tra medico e paziente, considerata da alcuni il centro della Medicina stessa 2. Essa è oggetto di studio in tutte le sue fasi, dal colloquio anamnestico alla definizione della diagnosi, alla programmazione della terapia, al controllo nel tempo dell’evoluzione dell’evento morboso e dei suoi esiti. Lungo tutto questo percorso, si riconosce un ruolo rilevante all’empatia che il medico saprà trasmettere.
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Un sottile disagio può pervadere chi si trova a introdurre un discorso sull’arte medica senza averne il titolo accademico: quasi a voler penetrare in un luogo in cui non si ha autorizzazione alcuna, se non quella di una quarantennale pratica professionale a confronto in simultanea con entrambe le prospettive, quella del medico e quella del paziente. Eppure, al di là di una legittimazione che derivi da un sapere scientifico e da una specifica professione, il rapporto tra questi tre termini – il paziente, il medico e l’arte della cura – chiama in causa ogni uomo e ogni donna.
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Come sappiamo, medico e malato non parlano sempre lo stesso linguaggio.Prendiamo l’esempio di un cancro. Il medico cita spesso le statistiche e la “possibilità” della guarigione, mentre al malato interessa se lui stesso potrà guarire.In altri casi una diagnosi, apparentemente non troppo grave per il medico perché ritenuta “guaribile”, può essere mal accolta dal malato, che vede diminuire la qualità della propria vita, che per lui può avere un’importanza difficilmente valutabile dall’altro.Inoltre, la percezione della gravità di certe diagnosi è cambiata nel corso degli ultimi decenni e quindi bisogna tenerlo presente.
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Da anni mi occupo della riabilitazione e dell’assistenza di malati neuromuscolari e di pazienti affetti da patologie neurodegenerative, in particolare di persone che soffrono di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) o di varie forme di demenza (in primis la Demenza di Alzheimer).Il nostro Gruppo di lavoro utilizza un approccio interdisciplinare all’assistenza di questi malati, ponendo al centro della sua attività il paziente con i suoi bisogni, piuttosto che la malattia in quanto tale, e tenendo conto anche del caregiver che deve essere informato, formato e tutelato.Prima di parlare della comunicazione della diagnosi in caso di grave malattia neurologica, vorrei fare alcune considerazioni preliminari, sottolineando le peculiarità del malato neurologico, in particolare quando la malattia è in fase avanzata e i sintomi sono più che conclamati: non bisogna infatti mai dimenticare che malati e caregiver, a prescindere dalla situazione clinica al momento della diagnosi, si prospettano le condizioni cliniche ed esistenziali in cui si verranno a trovare in futuro!
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La cura alla fine della vita. Clinica, etica, organizzazione, continuità assistenziale. Aperte le iscrizioni fino al giorno 21 dicembre 2012! Il Master tratterà in una prospettiva interdisciplinare la cura delle persone nella fase terminale della vita, al fine di preparare i professionisti che operano in questo ambito ad offrire le migliori risposte assistenziali ai morenti e alle loro famiglie. Saranno considerati gli aspetti clinici, di nursing, etici, psicologici, spirituali, culturali e religiosi riguardanti l'assistenza alla persona morente e il post mortem, finora spesso considerati separatamente sia dalla medicina che dal nursing. Sarà approfondita anche l’area organizzativo-assistenziale e legislativa. E’ prevista inoltre una formazione che si prenda cura degli stessi operatori coinvolti, degli aspetti emotivi e degli atteggiamenti connessi all’ambito assistenziale del fine vita.
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L’Associazione Medicina Dialogo Comunione invita i medici e gli operatori sanitari
ad uno scambio di idee e di esperienze sul tema:
La prospettiva della fraternità nell’assistenza sanitaria
Sabato 29 settembre 2012 ore 16.00 - 18.00
Aula didattica Piano 0 – ex Collegio Joanneum - Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli”
Università Cattolica del Sacro Cuore, Largo Francesco Vito, 1 - Roma
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A tutti i Soci dell’Associazione Medicina Dialogo Comunione
29 settembre alle ore 14,30
Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” Aula Didattica Piano 0 Ex Collegio Joanneum, Largo Francesco Vito 1 00168 Roma
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Si avvisa che è stata prorogata al 21 dicembre la data di scadenza per l’iscrizione al Master Universitario di I Livello "La cura alla fine della vita. Clinica, Etica, Organizzazione, Continuità Assistenziale".
Si ricorda quindi agli interessati che:
- dopo aver eseguito la procedura sul sito internet http://roma.unicatt.it/masters_13178.html, devono far pervenire la relativa documentazione cartacea al Servizio Scuole di Specializzazione e Master universitari della Facoltà di Medicina e Chirurgia "A. Gemelli" entro le ore 13 del giorno 21 dicembre 2012;
- di conseguenza, la prova di ammissione viene spostata al giorno 8 gennaio e l’inizio delle lezioni al 24 gennaio 2013;
- la partecipazione è obbligatoria solo per l'80% delle lezioni;
- è prevista la possibilità di partecipare a distanza a parte delle attività didattiche in modalità streaming;
- il tirocinio può essere svolto in strutture proposte dallo studente e giudicate idonee dal Consiglio Direttivo del Master;
- sono previste alcune borse di studio.
Il Master è istituito dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, per iniziativa della Facoltà di Medicina e Chirurgia “Agostino Gemelli” – Dipartimento di Geriatria Neuroscienze Ortopedia, in collaborazione con:
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ASSOCIAZIONE SALUS – Scopo dell’Associazione Salus è favorire l’affermarsi di una cultura dell’accoglienza, della solidarietà e della vita, rivolgendo la propria attività di volontariato a persone malate di AIDS e/o sieropositive. Medicina Dialogo Comunione è partner dell’Associazione Salus in alcuni progetti di cooperazione sanitaria in Senegal e Burkina Faso. L’obiettivo è quello di sensibilizzare e informare sull’infezione da HIV, sostenendo le fasce più deboli della popolazione, con particolare attenzione alle donne in gravidanza e ai loro figli, promuovendo atteggiamenti di consapevolezza ed autonomia. Gli interventi permettono di avvicinare la popolazione vulnerabile ai servizi presenti sul territorio, in collaborazione tra istituzioni e società civile.
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PER LA PNEUMOLOGIA – ONLUS – L’Associazione, una tra le tante iniziative ispirate alla figura e al carisma di Chiara Lubich, è nata nel 2011, per iniziativa del prof. Salvatore Valente, responsabile dell’UOC di Pneumologia del Policlinico Gemelli. Gran parte delle malattie respiratorie croniche evolvono inesorabilmente in una progressiva insufficienza respiratoria e invalidità. L’OMS prevede che entro pochi anni questa condizione rappresenterà la terza causa d’invalidità e di morte nel mondo. Le persone afflitte da tali patologie subiscono drammatici condizionamenti sia sul piano fisico che psicologico, con una dipendenza crescente dall’assistenza di altre persone e da terapie strumentali di sostegno. Questa fase finale della loro vita, grazie anche ai progressi della scienza medica, può protrarsi per anni, talora oltre un decennio. Chiara Lubich, afferma il prof. Valente, negli ultimi anni della sua vita terrena ha affrontato con piena consapevolezza ed esemplare capacità di sopportazione questo percorso di sofferenza, accettando la progressiva perdita della sua autonomia fisica, accompagnata e sorretta dalle persone che l’hanno amata e che partecipavano intimamente alle sue sofferenze.
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per la cooperazione interreligiosa in medicina - Il 29 gennaio all’interno della “Casa Accoglienza” dell’azienda ospedaliera San Camillo - Forlanini di Roma si è svolta l’assemblea nazionale di Religions For Peace, l’associazione internazionale dedita alla promozione del pluralismo religioso e impegnata a bonificare il rapporto tra le fedi. Ad aprire i lavori Luigi de Salvia, segretario generale della sezione italiana di Religions for Peace, che nel 2008 ha fondato con colleghi di varie tradizioni l’Associazione “Ascoltare le Sofferenze” per la cooperazione interreligiosa in medicina, con la quale MDC condivide lo spirito di promuovere accoglienza e solidarietà nelle strutture sanitarie.
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Spiritualità e salute nella visione integrale dell’essere umano.
Quali valori nel quotidiano professionale?
La concezione di salute è fortemente condizionata dalla cultura. Oggi, soprattutto nei paesi occidentali, si propone un concetto di salute che assume soltanto i criteri di efficienza, di produttività, di forma fisica perfetta, di invecchiamento di successo, dimenticando altre dimensioni che fanno parte del benessere autentico della persona.